Non che di solito ci facessi molto caso...
Premio FaseCriticoscar 2010 per le Migliori Musiche
mercoledì 27 marzo 2013
martedì 26 marzo 2013
L'uomo con i pugni di ferro
Villaggio cinese, 1800 o giù di lì. Gruppi di banditi in lotta, un carico d'oro di passaggio, un figlio che deve vendicare il padre, un fabbro in crisi di coscienza perchè fornisce ai baditi le armi con cui uccidono. Aggiungere arti marziali.
I nomi in gioco (un regista debuttante e Tarantino come garante) facevano presagire una produzione simil-indipendente o comunque un approccio non troppo canonico, ma alla fine mi sarei aspettato che si osasse di più.
Un film come questo fa affidamento all'aspetto scenico e ai combattimenti, quindi si chiude un'occhio sulla sceneggiatura piuttosto lineare e scontata.
Le scene di lotta danno un forte senso di già visto: le coreografie sono quelle, ormai, classiche dei film di produzione asiatica, ma mancano di quella marcia in più che una produzione mista cino-americana avrebbe potuto dare. Invece che fare solo un copia/incolla, sarebbe stato ideale inserire elementi di stili di lotta occidentali, oltretutto la presenza di personaggi non asiatici lo permetteva/richiedeva. Invece a parte qualche tarantiniano schizzo di sangue, non vediamo nulla di originale.
Le belle scenografie sono purtroppo affiancate da costumi non sempre all'altezza (clan dei Lions).
Nella creazione dell'ambientazione si era di fronte a due possibilità, creare un mondo fantastico, che da un base cinese costruisce un ambiente nuovo con inserimenti di particolari ed elementi alieni, oppure reinterpretare liberamente la Cina feudale. La prima avrebbe portato al poter creare un mondo simile a quello di "Bunraku", invece optando per la seconda scelta, il film ha perso l'occasione di poter esagerare liberamente, ed inoltre così risultano fuori luogo le musiche hip-hop/R'n'B (o quello che sono), ed in ambito italiano, la scelta di non tradurre i vari nomi inglesi. Non ha senso in Cina che villaggio, clan e persone abbiano nomi stranieri. Usare i corrispettivi italiani sarebbe stato molto meglio.
Avrei, inoltre, sviluppato meglio i personaggi, di cui non si conosce quasi nulla, se si eccettua parte del passato del fabbro.
RZA, regista e sceneggiatore, sceglie per sè la parte del fabbro: non che sia inguardabile come attore, anzi, ma non aveva il carisma che necessita il personaggio protagonista.
Può sembrare che il film non mi sia piaciuto, ma non è così. Per essere un'opera prima, è un buon lavoro, il genere mi piace e c'è un po' di Tarantino, che non guasta. Però è un film nella media, e da cui mi aspettavo di più, almeno a giudicare dal trailer. (Maledetti trailer, è sempre colpa loro!!!)
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Bunraku
lunedì 25 marzo 2013
Notte folle a Manhattan
Una coppia sposata "ruba" la prenotazione al ristorante di un' altra coppia e si ritrova nei guai con la mafia.
Molto divertente, non tanto per le scenette in sè (seppure ce ne siano), ma per i personaggi dei due coniugi, ben interpretati da Steve Carell e Tina Fey, che si rivelano una coppa azzeccata.
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Premio FasecriticOscar 2010 per il Miglior Film Comico
2010 avaro di commedie che facessero spanciare dal ridere per una buona oretta e mezza, ma qualcuno si è ben difeso.
Premio FasecriticOscar 2010 per il Miglior Film Comico
Premio FasecriticOscar 2010 per il Miglior Film Comico
domenica 24 marzo 2013
Upside down
In un universo esistono due Terre vicinisime a loro, così vicine che gli abitanti dei due pianeti interagiscono tra loro. Ma ognuno è sottoposto alla forza di gravità del pianeta di origine.
Idea originalissima e bellissima, il film deve molto ringraziare gli effetti speciali, riuscitissimi, che ribaltano continuamente la prospettiva sulla storia, non da un punto di vista narrativo, ma proprio da quello visivo. In alcuni momenti si fa in effetti fatica a stare dietro ai cambiamenti, e non si capisce bene la visuale di quale dei due mondi abbiamo davanti (stiamo vedendo il mondo del protagonista sottosopra, o l'altro mondo attraverso i suoi occhi, o è lui che si è messo a testa in giù...?), ma il fascino del film sta pure in questo.
La storia romantica (mi aspettavo qualcosa di più epico, ma non importa) viene ben supportata dall'impianto scenico, però ha un finale un po' troppo frettoloso, quasi incompleto. Si nota, infatti, qualche punto dove il montaggio ha fatto tagli grossolani come se si cercasse in tutti i modi di rientrare nel minutaggio prefissato. Forse una quindicina di minuti in più avrebbe permesso di rendere più completo il film, approfondendo il personaggio di Kirsten Dunst, quello di Timothy Spall (Bob), o ancora le vicende legate alla TransWorld che dovrebbe assumere il ruolo di antagonista nella storia, e invece è solo un mero ostacolo sulla via del protagonista, che viene tralasciato quando si tirano le somme del film.
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sabato 23 marzo 2013
Dragon trainer
Molto bello per il design dei personaggi e la varietà di tipologie di draghi.
La storia non è particolarmente originale, anzi, ma tutta la parte riguardante l' "allenamento", molto prolungata, è buona; e in effetti se nel titolo parli di allenare draghi è quello che mi aspetto di vedere.
Ho apprezzato che alla fine del film il protagonista perda una gamba (facendo il parallelo con il drago che ha perso parte della coda): dato che il classico eroe sfigato che arriva a fine storia vincitore e illeso è un clichè, questa leggerissima variazione sul tema ci sta.
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*evidenziare le frasi in rosso per leggere gli spoiler o cliccare su "Spoiler"
Ho apprezzato che alla fine del film il protagonista perda una gamba (facendo il parallelo con il drago che ha perso parte della coda)
venerdì 22 marzo 2013
Premio FasecriticOscar 2010 per il Miglior Film d'Animazione
Nel 2010 non ho visto molti cartoni...
Premio FasecriticOscar 2012 per il Miglior Film d'Animazione
Avatar
Arrivando al cinema dopo quasi un anno di battage pubblicitario, le aspettative che si hanno sono molto alte. Aspettative che vengono disattese.
Capiamoci, non è un filmetto qualunque, e lo si capisce benissimo dalle somme e dal tempo investiti, ma certamente non è neanche un film che annovererei tra i migliori della storia.
Il punto debole di "Avatar" è la storia, che non ha nulla di nuovo. É una miscellanea di idee e clichè di altri film, e per quanto tutte le storie siano ormai state scritte, ci si aspetterebbe che un regista come Cameron riesca a trovare l'elemento originale per rivoluzionarne il racconto.
Certo, le ambientazioni sono fantastiche, c'è stata grandissima cura nella creazione di fauna e flora, nella creazione degli alieni e nel dargli l'espressività degli attori che li interpretavano, insomma dal punto di vista tecnico nulla da dire, ma James, già che ci hai messo 10 anni per fare 'sto film, non è che potevi prenderti 20 minuti per introdurre qualche elemento orginale nella trama?
Perchè allora ha avuto così tanto successo? Bhè, quando spendi quella milionata di dollari in pubblicità (a più di un mese dell'uscita del film, lo conoscevano già tutti) qualcosa riesci a racimolare... Dubito che senza tutto il parlare che si è fatto prima dell'uscita, "Avatar" sarebbe il film che ha incassato di più nella storia.
A tutto si aggiunge pure il sovrapprezzo del 3D; ancora elemento nuovo e sconosciuto ai più al momento dell'uscita, si è creata una grande curiosità verso la visione stereoscopica... Ma qua apriremmo un altro capitolo, riguardante il 3D, di come sia sostanzialmente un fallimento, uno spreco di soldi, di come veniva presentato come qualcosa di fantascientifico (manco fossero ologrammi)...
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A seguire alcuni link di storie simili ad Avatar. Non è che me le invento...
In Pocahontas dei solati arrivano in una nuova terra, uno di loro conosce una delle indigene (figla del capo se non sbaglio) e se ne innamora...
Nei fumetti di John Carter di Marte un soldato viene catapultato in una nuova realtà che comincia piano piano a conoscere e ad amara, diventando da outsider, campione della pololazione indigena.
Nell'arco narrativo di Hulk, "Planet Hulk" (ispirato a John Carter) il gigante verde, che si ritrova in un nuovo pianeta, prima odia e viene odiato da tutti, poi, pugno dopo pugno, viene accettato da (quasi) tutti... Insomma ci siamo capiti.
Premio FasecriticOscar 2010 per la miglior Scenografia
Come minacciato promesso vado a recuperare i "premi" che mi sono divertito ad assegnare ai film dell'annata 2010.
Premio FasecriticOscar 2010 per la miglior Scenografia
Premio FasecriticOscar 2010 per la miglior Scenografia
mercoledì 20 marzo 2013
Le 5 leggende
Babbo Natale, il Coniglietto di Pasqua, la Fatina dei denti combattono per il bene, e ora dovranno affrontare la minaccia dell'Uomo Nero.
Interessante reinterpretazione di alcuni personaggi della cultura popolare. Il personaggio meglio riuscito forse è Babbo Natale, in versione "tosta" con tanto di tatuaggi e spadone (stesso discorso per il Coniglio pasquale). L'accento russo, magari c'entra poco, ma fa la sua figura. Bene Jack Frost (personaggio poco conosciuto in Italia, come Sandman), soprattutto per le sequenze in cui vola come un fiocco di neve al vento. Dal punto di vista tecnico niente da dire, bel carachter design, animazioni ed effetti vari (la sabbia di Sandman soprattutto).
Bene la storia, ma avrei dedicato un po' di spazio alle varie storie personali dei personaggi o almeno avrei gradito qualche informazione in più su Jack Frost e Pitch Black. Gli elfi di Babbo Natale (e gli yeti) vanno nella categoria degli aiutanti muti e stupidi (esempio più recente i Minions di "Cattivissimo me", ma anche le lumache di "Giù per il tubo"), idea non originalissima, ma già che viene utilizzata sarebbe meglio sfruttarla appieno.
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martedì 19 marzo 2013
I mercenari 2 - The Expendables
Se non fosse per il cast...
Registicamente penoso, storia (ovviamente) inesistente o comunque scontata, attori che oramai sono quello che sono ed effetti speciali che lasciano a desiderare (potresti lasciar passare, ma viene utilizzata la computer grafica per qualsiasi cosa).
Detto questo, è un passo avanti rispetto il primo capitolo, tutti i grandi nomi hanno spazio sullo schermo, o comunque più del primo capitolo, e poi se guardi un film come questo è perchè vuoi un po' ignoranza pura e vuoi vedere il cast di all-star circondato da pallottole volanti ed esplosioni e chi più ne ha più ne metta. E da quel punto di vista non ti delude.
Rimango comunque dell' idea che girato una quindicina di anni fa avrebbe guadagnato un sacco di punti, invece ci è toccata la versione "casa di riposo".
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Mercenari 1
domenica 17 marzo 2013
I mercenari - The expendables
Cominciamo subito con una valutazione generale del film, ricorrendo ad una citazione...
Mi aspettavo qualcosa di molto meglio. E pensavo di vedere di più Bruce Willis, Schwarzenegger e Mickey Rourke.
Doveva essere un omaggio ai film d'azione, ma ne è venuta fuori una parodia per via di recitazione, effetti speciali (sangue, coltelli, teste che esplodono, tutte di fattura imbarazzante), la corsa di Stallone, etc.
Faccio veramente fatica a trovarci dei lati positivi se non il cast. Occasione sprecata.
Pessima scelta per il doppiatore di Jet Li e per il titolo italiano.
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mercoledì 13 marzo 2013
Habemus Papam
Come non approfittare dell'elezione del nuovo papa, per recuperare questa recensione? É un'occasione che capita... una volta nella vita. Anzi capita... una volta ogni cent'anni. (Se solo ci fosse un'espressione più azzeccata...)
Il film è un po' triste per la sofferenza che il protagonista prova nella sua nuova posizione, ben trasmessa da Michel Piccoli, bravissimo, ma tutto è se non altro mitigato dalle vicende del conclave, con i cardinali e lo psicanalista che ammazzano il tempo in attesa.
E' bello vedere tutti 'sti vecchietti, che vediamo così lontani dalla vita comune, inseriti in situazioni molto quotidiane (giocare a carte, parlare del più e del meno, o mettersi a giocare a pallavolo...).
Finale amaro, ma giusto; peccato non si sia approfondito nelle conseguenze. (Conseguenze che in ogni caso possiamo vedere dopo le dimissioni di Benedetto XVI. Nanni Moretti, ma tu lo sapevi già?)
Dal punto di vista visivo il rosso (o porpora?) predominante per gran parte del film funziona molto bene, regalando delle belle immagini.
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JCVD
Jean-Claude Van Damme interpreta sè stesso, coinvolto nella causa per l'affidamento della figlia, in crisi lavorativa e a corto di soldi. Ah, e non dimentichiamoci della rapina ad una posta...
Al contrario di (praticamente tutti gli) altri film dell'attore, questo non si basa sull'azione e sui combattimenti, ma sulla recitazione, e con grande sorpresa ci si accorge che Van Damme sa recitare. E che non si chiama Van Damme, ma quello è un'altro discorso.
Certo, bello sforzo interpretare sè stessi, ma credevo che il suo specchio emotivo variasse da Sguardo-di-sfida a Calcio-rotante e invece si lancia pure in un lungo monologo. Chiudiamo un'occhio sul fatto che ogni tanto non si capisce dove voglia andare a parare, mica può ricordarsi 7 minuti di discorso senza pause qualcosa se lo dovrà pure inventare...
La storia è interessante e il film è ben girato (seppure qualche passaggio non è stato ben controllato in fase di sceneggiatura), e mediamente il livello recitativo degli altri attori è buono.
-SPOILER-
Mi è piaciuta l'idea di cominciare con la classica scena di film action (tutta in piano sequenza), per poi iniziare il film vero e proprio, ma ancora di più ho apprezzato lo svelamento graduale del ruolo di JCVD nella rapina.
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venerdì 8 marzo 2013
Zero dark thirty
Il film non è altro che il racconto delle indagini seguenti gli attentati dell'11 settembre che hanno portato all'uccisione di bin Laden.
Non si fa altro che vedere interrogatori (un poco di tortura tanto per illuderti), analisti C.I.A. che fanno ipotesi su collegamenti tra terroristi, elaborazione di informazioni e così via come in un lungo documentario. Solo alla fine quando alcuni agenti cercano di individuare un uomo vicino a bin Laden e più avanti alla scena del raid finale, qualcosa si muove, ma ormai è tardi. Il film è noioso e lungo (2 ore e mezza? Ma scherziamo?), e inserire un po' di azione e tensione in chiusura sembra solo un tentativo maldestro e tardivo di cambiare tono al film.
Con "The hurt locker", Kathryn Bigelow aveva vinto l'Oscar, probabilmente ha pensato che fare un film ancora più noioso (in pratica un "The hurt locker" senza il brivido dell'artificiere) avrebbe fruttato di più. Bah!
Probabilmente è arrivato nella rosa finale dei candidati all'Oscar per il miglior film più per l'argomento trattato, che per il film in sè.
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giovedì 7 marzo 2013
Skyfall
La storia che interessa ben più da vicino James Bond (a memoria credo che si sappia più di lui in questo film che in tutto il resto della serie) e l'MI6 lo rende ben più interessante di "Quantum of solace". Certo "Quantum of solace" non era stato un granchè, ma supera pure "Casino Royale" che invece era molto bello.
A ciò aggiungerei una bella fotografia (il combattimento in controluce a Shanghai è forse l'esempio migliore) e l'interpretazione dei protagonisti (bravo soprattutto Javier Bardem). Bene anche per le scene d'azione. Peccato per la mancanza di gadget "alla 007", ma si fanno perdonare con l'omaggio all'Aston Martin.
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martedì 5 marzo 2013
Senza freni (Premium rush)
Un film d'inseguimenti, ma in bici. Ben strutturato, intercalando la storia ai flash back che la approfondiscono con tanto di orario col doppio intento di dare un'idea più precisa dell'ordine degli eventi e di dare maggior senso di urgenza al film.
Bella anche la grafica che illustra il percorso sulle strade di New York, in modo che anche chi non è del posto possa avere un'idea per lo meno delle distanze, e le sequenze in cui il protagonista calcola le possibili alternative (un po' alla "Sherlock Holmes").
Anche in questo caso strano che con le tante idiozie che escono al cinema, questo film non sia stato giudicato degno dell'uscita sul grande schermo.
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lunedì 4 marzo 2013
Bunraku
Un noir d'azione, in salsa manga e teatro.
Bella scenografie, si usano spesso per fondali i pannelli tipici del teatro, non c'è la pretesa di essere veritieri, ma insieme a ai colori usati e le luci ci si limita a "suggerire" le ambientazioni. Molto bene tutto l'impianto scenico a dire il vero, partendo dalle animazioni nei titoli di testa (sia cartoni sia pupazzi, che richiamano le marionette utilizzate ne teatro bunraku), passando per i costumi, e l'aspetto generale dei vari personaggi.
Combattimenti molto variegati, non sempre coinvolgenti, ma comunque interessanti, spesso simili a danze, aumenta sempre più l'impressione di non essere di fronte ad uno schermo, ma ad un palco.
La storia ricorda molto come struttura quella di un manga, i buoni mossi dall'onore, la gerarchia di cattivi, gli scontri per livelli, l'andamento del combattimento in sè. Non manca qualche strizzatina d'occhio ai comics (vedi le didascalie usate per i sottotitoli) e ai videogiochi (con la scena del combattimento con i poliziotti).
Forse la durata di quasi due ore è eccessiva, dato che per una ventina di minuti si avverte un calo di tensione, che almeno si sarebbero potuti usare per approfondire le storie dei vari personaggi.
L'esperimento di voler mescolare così tanti elementi secondo me è riuscito, soprattutto dal punto di vista visivo. Piuttosto è la storia che avrebbe necessitato di un po' più di cura, detto questo non capisco di come mai "Bunraku" abbia ricevuto tante critiche negative: in fondo siamo abituati a vedere al cinema (e non direttamente in DVD, come in questo caso) storie dello stesso livello, ma non altrettanto piacevoli da vedere come questa.
Piccola chicca: un personaggio morendo (spoiler!) pronuncia una sorta di poesia, che ricalca le ultime parole di un famoso samurai, prima di fare harakiri. Non so se sia un timido tentativo di dare un po' più di profondità al film o ci sia dell'altro di cui non mi sono accorto... Ma non sarei frettoloso nel bollarlo come un brutto film.
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domenica 3 marzo 2013
A royal weekend
A vedere il trailer e a leggere il titolo può sembrare che il film parli dell'incontro diplomatico tra Roosevelt (FDR) e re Giorgio VI (quello che balbettava), avvenuto negli U.S.A. a ridosso dell'inizio della seconda guerra mondiale, ma in realtà molta attenzione è puntata sul rapporto (romantico) tra il presidente statunitense e la sua cugina.
Presenta Roosevelt e re Giorgio sotto una luce quasi comica, dando l'illusione di essere una commedia, ma inserisce anche scene in cui si vede il lato "oscuro" del presidente americano (ci sono anche scene un poco inquietanti, vedi l'inseguimento tra i boschi di notte), il che stride non poco.
Sembra un film incompleto, non viene coperto interamente o comunque in modo soddisfacente il soggiorno dei reali inglesi, se l'intenzione era di fare un film leggero, e allo stesso modo non si esplorano del tutto le relazioni di Roosevelt con la protagonista e le altre donne (a quanto pare FDR era un donnaiolo, chi lo avrebbe detto?), se l'intenzione era quella di concentrarsi più sul drammatico.
Non perderò tempo a cercare di nuovo come si chiama l'attore che ha interpretato re Giorgio, perchè dopo Colin Firth nel "Discorso del re" non ce n'è più per nessuno, altro che "degno seguito".
Inspiegabile titolo in Italia tenendo conto che l'originale era "Hyde Park on Hudson".
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