martedì 26 marzo 2013
L'uomo con i pugni di ferro
Villaggio cinese, 1800 o giù di lì. Gruppi di banditi in lotta, un carico d'oro di passaggio, un figlio che deve vendicare il padre, un fabbro in crisi di coscienza perchè fornisce ai baditi le armi con cui uccidono. Aggiungere arti marziali.
I nomi in gioco (un regista debuttante e Tarantino come garante) facevano presagire una produzione simil-indipendente o comunque un approccio non troppo canonico, ma alla fine mi sarei aspettato che si osasse di più.
Un film come questo fa affidamento all'aspetto scenico e ai combattimenti, quindi si chiude un'occhio sulla sceneggiatura piuttosto lineare e scontata.
Le scene di lotta danno un forte senso di già visto: le coreografie sono quelle, ormai, classiche dei film di produzione asiatica, ma mancano di quella marcia in più che una produzione mista cino-americana avrebbe potuto dare. Invece che fare solo un copia/incolla, sarebbe stato ideale inserire elementi di stili di lotta occidentali, oltretutto la presenza di personaggi non asiatici lo permetteva/richiedeva. Invece a parte qualche tarantiniano schizzo di sangue, non vediamo nulla di originale.
Le belle scenografie sono purtroppo affiancate da costumi non sempre all'altezza (clan dei Lions).
Nella creazione dell'ambientazione si era di fronte a due possibilità, creare un mondo fantastico, che da un base cinese costruisce un ambiente nuovo con inserimenti di particolari ed elementi alieni, oppure reinterpretare liberamente la Cina feudale. La prima avrebbe portato al poter creare un mondo simile a quello di "Bunraku", invece optando per la seconda scelta, il film ha perso l'occasione di poter esagerare liberamente, ed inoltre così risultano fuori luogo le musiche hip-hop/R'n'B (o quello che sono), ed in ambito italiano, la scelta di non tradurre i vari nomi inglesi. Non ha senso in Cina che villaggio, clan e persone abbiano nomi stranieri. Usare i corrispettivi italiani sarebbe stato molto meglio.
Avrei, inoltre, sviluppato meglio i personaggi, di cui non si conosce quasi nulla, se si eccettua parte del passato del fabbro.
RZA, regista e sceneggiatore, sceglie per sè la parte del fabbro: non che sia inguardabile come attore, anzi, ma non aveva il carisma che necessita il personaggio protagonista.
Può sembrare che il film non mi sia piaciuto, ma non è così. Per essere un'opera prima, è un buon lavoro, il genere mi piace e c'è un po' di Tarantino, che non guasta. Però è un film nella media, e da cui mi aspettavo di più, almeno a giudicare dal trailer. (Maledetti trailer, è sempre colpa loro!!!)
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Bunraku
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